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Verona: La procura "condanna" i dossi
 
I dossi? Un bel rompicapo, diventato talmente grande che ieri una task force del Comune, composta dal sindaco Flavio Tosi, l'assessore Paolo Tosato e il comandante dei vigili urbani Luigi Altamura, si è recata all' ex Mastino dal procuratore Mario Giulio Schinaia per chiedere delucidazioni in merito. Alla fine della riunione, la «sentenza» è stata di condanna: i dossi non devono essere installati sulle strade se poi provocano così gravi conseguenze come la morte di centauri e automobilisti.
A parlare sono come al solito i fatti. Tragici. I corpi senza vita, coperti da un telo bianco, di Franco Perlato, scomparso a 36 anni il 25 settembre 2007 e di Giovanni Battista Graziani, deceduto a 25 anni il 2 luglio 2007 rappresentano l'immagine- simbolo della pericolosità di queste soluzioni. Tutti e due morti in moto, sulla stessa strada, via Lazzaretto e sullo stesso dosso con l'identica tragica conseguenza per due famiglie che a distanza di mesi non trovano pace per la perdita così precoce dei loro cari. Ora quel rialzamento sulla strada non c'è più, è stato tolto con una decisione lampo del Comune il 17 luglio 2008 a quindici giorni dall'incidente mortale di Giovanni Battista Graziani.
E ora su ambedue i casi, sta indagando la procura con l'ipotesi di omicidio colposo. L'inchiesta ha subito varie vicissitudini tra le quali anche la richiesta di archiviazione del fascicolo, riaperto con una decisione che fece scalpore nel novembre dello scorso anno.
Nei guai, potrebbero essere finiti in sette tra tecnici comunali, responsabili comunali della viabilità in città e chi ha prodotto quei dossi. E proprio qui nasce il problema per Palazzo Barbieri. Che non vuole più vedere finire i propri dipendenti nel registro degli indagati. E così ieri mattina, intorno a mezzogiorno si è presentata in procura la delegazione comunale ai massimi vertici. L'incontro è durato un'oretta e, una volta conclusosi, il sindaco Flavio Tosi e gli altri componenti della delegazione non hanno rilasciato dichiarazioni.
Ha spiegato i motivi della riunione, invece, il procuratore Mario Giulio Schinaia che ha apprezzato molto la visita di sindaco e assessore. «Ho sconsigliato l'installazione dei dossi», chiarisce subito Schinaia. Il motivo è semplice: «Il compito del Comune non è quello di farsi carico anche della condotta indisciplinata degli automobilisti». E i dossi possono provocare anche conseguenze irreversibili come nei casi di Perlato e Graziani: «Se per ridurre la velocità con questi strumenti», spiega ancora il procuratore, «si rischia di morire, si può intuire che il gioco non vale la candela». Il capo degli uffici al secondo piano della Mastino poi è stato chiaro sulle due inchieste in corso: «Non posso certo interloquire con chi sta svolgendo le indagini». Che continuano: ora si attende la richiesta di rinvio a giudizio degli indagati.
A parere del Comune, la situazione normativa sul tema dei dossi sulle strade sembra molto farraginosa e incerta. «Non è vero», replica Schinaia, «i dossi sono regolati da disposizioni e circolari ministeriali».
Gli accertamenti del pm Francesco Rombaldoni, quindi, sono concentrati proprio su questo nodo: si sta accertando se è stata rispettata in pieno la disciplina su questi strumenti viabilistici.

Fonte: L'Arena



Pubblicazione del: 21/02/2009
nella Categoria News


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